Installare IoT: quando cresce la voglia di connessione e di integrazione
Capire l’evoluzione tecnologica e utilizzarla a nostro favore ci aiuta nella vita di cittadini aprendoci anche importanti prospettive professionali. A tal proposto sviluppiamo alcune considerazioni sull’internet delle cose.
Un oggetto, apparato o dispositivo viene definito “smart” quando diventa “intelligente e furbo”. In altri termini quando dispone di capacità di acquisire dati, elaborali e utilizzarli. Tutto questo consente all’oggetto di disporre di funzionalità evolute nel suo utilizzo. Questa capacità evoluta si può estendere fino al concetto di “intelligenza Artificiale” che addirittura rende l’oggetto capace di intraprendere azioni in modo autonomo “a priori” poiché sa già che cosa gli sarà richiesto di fare.
Gli “oggetti smart” pervadono il nostro mondo:
- a livello personale possono essere portatili o indossabili,
- in casa e in ufficio dispositivi connessi e comunicati rendono possibili “automazioni” complesse quali attuazione di “scenari”,
- a livello urbano possono configurare città sempre più intelligenti nella loro funzionalità
- a livello di trasporti, trasferimento di merci, o persone
- a livello di Industria 4.0: macchine e linee di produzione diventano più smart attraverso l’integrazione di sensori, attuatori e componenti.
Se poi tutte queste applicazioni riescono a condividere la stessa rete di comunicazione e quindi a “comunicare tra loro” abbiamo realizzato un “unico ambiente smart”: integrazione ed interoperabilità diventano quindi fondamentali.
Possiamo allora pensare IoT, l’Internet delle cose, come la possibilità di “integrare” e rendere “interoperabili” gli oggetti intelligenti attraverso una “sensoristica” (acquisizione dati), una capacità di “elaborazione dei dati” e una capacità di collegamento (comunicazione in rete) tra gli stessi.
Per questo occorre poter identificare gli oggetti, i dispositivi o le persone (indipendentemente dalla loro posizione, dal loro numero e da come sono organizzati) per gestirli in modo “orchestrale”: il comportamento di un singolo oggetto, persona, apparato può condizionare il comportamento di tutti gli altri oggetti coinvolti nel medesimo “scenario” per attivare azioni specializzate e dedicate.
Tutto questo è possibile grazie allo sviluppo di tecnologia digitale e della comunicazione elettronica, fotonica o wireless tra dispositivi indossati, dispositivi “sanitari” o “medici”, elettrodomestici, telecamere, termostati, sistemi di produzione, o distribuzione commerciale, veicoli e mezzi di traporto, movimentazione merci e via dicendo.
Naturalmente occorre porre attenzione alla tipologia di protocollo di comunicazione utilizzato. Per esempio protocolli wireless come WiFi, Bluetooth, ZigBee, Z-wave, o piattaforme come Rapsberry , Arduino o altra piattaforma anche di tipo proprietario. La scelta di queste viene fatta rispetto ad alcune priorità come, per esempio, l’energia di alimentazione possibile (sensori alimentati a batteria) oppure dalla distanza di copertura wireless richiesta, dalla bit rate necessario o dalla capacità di elaborazione richiesta localmente.
Le persone hanno sempre più bisogno di interagire con applicazioni e sistemi in tempo reale: questo apre un mercato vastissimo nell’installazione di apparati e servizi all’interno delle abitazioni, degli uffici, delle aziende, dei negozi o degli hotel.
Paradigmi consolidati come Rete LAN, impianti TV, controllo energetico, automazione, videosorveglianza o WiFi devono essere rivisti corretti verso sistemi unici, integrati, dove i singoli elementi sono diventati semplicemente IoT.
Ecco che allora cambia sia a livello di progettazione che realizzazione il concetto dell’impiantistica di edificio. Ormai anche la caldaia è diventata IoT, per non parlare della presa elettrica o del televisore.