Impianti TV: dalla distribuzione in 1° IF alla 1°IF
Era il 1993 quando per poter distribuire il segnale satellitare nei condomini dove esisteva il solo cavo della Tv analogica terrestre (con banda passante fino a 862MHz). Si sostituiva cavo, partitori e derivatori per avere banda utile nel migliore dei casi fino a 2400 MHz e si utilizzava la prima frequenza intermedia satellitare, appunto la 1° IF (950 - 2150 MHz) per poter distribuire, sullo stesso cavo oltre alla Tv terrestre, trenta transponder satellitari.
Il limite di tale soluzione si è manifestato in pochissimi anni: non c’era possibilità di trasmettere sull’impianto i transponder utili al mercato italiano anche da una sola posizione satellitare in modo “trasparente”.
Sempre più frequentemente si è cercato (con gli antennisti che dovevano fare i miracoli) e i costruttori tesi alla miniaturizzazione dei componenti di poter realizzare una distribuzione “multiswitch” e di arrivare almeno con una presa sat negli appartamenti, accorgendosi di lì a poco che per l’operatore Sky non era più sufficiente. Allora si è costruito SCR che riesce a dare qualsiasi transponder di una posizione satellitare a quattro tuner contemporaneamente e in modo indipendente ma non è possibile utilizzarlo sulle distribuzioni esistenti per tutti gli appartamenti dello stesso condominio. Installazioni di SCR spesso abusive su impianti esistenti e certificati, manomettendoli senza rendere conto ad alcuno.
All’orizzonte la nuova tecnologia in fibra ottica: è facile passare con il cavetto monofibra. Grazie ad esso può essere distribuita in maniera “aperta” tutti i transponder di una o più posizioni satellitari oltre che il terrestre. Soluzione aperta non limitata nel numero di appartamenti serviti, aperta a tutti gli operatori TV satellitari free e pay.
Poi negli ultimi anni si è pensato di ampliare le potenzialità SCR verso la soluzione “dCSS dinamico” che può servire fino a 16 tuner in parallelo distribuendo qualsiasi transponder di una posizione orbitale. Quindi si dice che può servire 16 decoder, fatto salvo poi che Sky presenta una tecnologia che mangia in un solo decoder fino ad otto tuner: e gli altri decoder per ricevere operatori diversi come possono lavorare? Tecnicamente è quindi una soluzione aperta ma che “di fatto” si chiude solo pochissimi decoder (al limite solo 2)
Quando poi il dCSS diventa “statico” ripropone la stessa distribuzione 1° IF su 1° IF superata di fatto dagli anni ’90.
Il cerchio si chiude e di botto si ritorna agli anni ’90: dove sta l’evoluzione tecnologica?
Infine oggi sono distribuiti sul mercato LNB wideband: il fatto positivo è che distribuiscono una intera posizione satellitare solo attraverso 2 cavi in modo aperto a tutti i transponder, peccato che su questi cavi non possa essere miscelata la TV terrestre che quindi deve aver un impianto parallelo su proprio cavo.
Ora deve essere chiaro che queste osservazioni non vogliono criticare nessuna operazione commerciale di qualsivoglia operatore TV satellitare o terrestre, pay o free (per altro un vizietto mai perso da operatori TLC): i fornitori di servizio fanno le loro politiche e utilizzano le strategie che ritengono opportune per il loro mercato.
Con le osservazioni fatte vorremmo semplicemente riaffermare dei principi che la costituzione italiana e la normativa europea pongono in primo piano. Si chiamano “libertà e pluralismo di informazione”, “neutralità tecnologica”, “libera concorrenza”, “privacy” …. convivenza civile.
Credo sia necessario riaffermare che qualsiasi infrastruttura di comunicazione, e quindi anche quelle realizzate negli edifici residenziali, non devono essere chiuse a qualche operatore e interdette ad altri in modo evidente o “di fatto”.
Credo che il cittadino abbia il diritto di essere bene informato del livello di servizio che una soluzione tecnica di impianto può fornire e in quali aspetti sia limitata.
Soluzioni tecnologicamente aperte a qualsiasi operatore, a qualsiasi tecnologia di accesso, a qualsiasi servizio e a qualsiasi apparato tecnologico dovrebbero a nostro parere essere fondamentali nella scelta della soluzione impiantistica da implementare.
Poi ciascuno faccia il proprio mercato.
info@ecletticalab.com
Il limite di tale soluzione si è manifestato in pochissimi anni: non c’era possibilità di trasmettere sull’impianto i transponder utili al mercato italiano anche da una sola posizione satellitare in modo “trasparente”.
Sempre più frequentemente si è cercato (con gli antennisti che dovevano fare i miracoli) e i costruttori tesi alla miniaturizzazione dei componenti di poter realizzare una distribuzione “multiswitch” e di arrivare almeno con una presa sat negli appartamenti, accorgendosi di lì a poco che per l’operatore Sky non era più sufficiente. Allora si è costruito SCR che riesce a dare qualsiasi transponder di una posizione satellitare a quattro tuner contemporaneamente e in modo indipendente ma non è possibile utilizzarlo sulle distribuzioni esistenti per tutti gli appartamenti dello stesso condominio. Installazioni di SCR spesso abusive su impianti esistenti e certificati, manomettendoli senza rendere conto ad alcuno.
All’orizzonte la nuova tecnologia in fibra ottica: è facile passare con il cavetto monofibra. Grazie ad esso può essere distribuita in maniera “aperta” tutti i transponder di una o più posizioni satellitari oltre che il terrestre. Soluzione aperta non limitata nel numero di appartamenti serviti, aperta a tutti gli operatori TV satellitari free e pay.
Poi negli ultimi anni si è pensato di ampliare le potenzialità SCR verso la soluzione “dCSS dinamico” che può servire fino a 16 tuner in parallelo distribuendo qualsiasi transponder di una posizione orbitale. Quindi si dice che può servire 16 decoder, fatto salvo poi che Sky presenta una tecnologia che mangia in un solo decoder fino ad otto tuner: e gli altri decoder per ricevere operatori diversi come possono lavorare? Tecnicamente è quindi una soluzione aperta ma che “di fatto” si chiude solo pochissimi decoder (al limite solo 2)
Quando poi il dCSS diventa “statico” ripropone la stessa distribuzione 1° IF su 1° IF superata di fatto dagli anni ’90.
Il cerchio si chiude e di botto si ritorna agli anni ’90: dove sta l’evoluzione tecnologica?
Infine oggi sono distribuiti sul mercato LNB wideband: il fatto positivo è che distribuiscono una intera posizione satellitare solo attraverso 2 cavi in modo aperto a tutti i transponder, peccato che su questi cavi non possa essere miscelata la TV terrestre che quindi deve aver un impianto parallelo su proprio cavo.
Ora deve essere chiaro che queste osservazioni non vogliono criticare nessuna operazione commerciale di qualsivoglia operatore TV satellitare o terrestre, pay o free (per altro un vizietto mai perso da operatori TLC): i fornitori di servizio fanno le loro politiche e utilizzano le strategie che ritengono opportune per il loro mercato.
Con le osservazioni fatte vorremmo semplicemente riaffermare dei principi che la costituzione italiana e la normativa europea pongono in primo piano. Si chiamano “libertà e pluralismo di informazione”, “neutralità tecnologica”, “libera concorrenza”, “privacy” …. convivenza civile.
Credo sia necessario riaffermare che qualsiasi infrastruttura di comunicazione, e quindi anche quelle realizzate negli edifici residenziali, non devono essere chiuse a qualche operatore e interdette ad altri in modo evidente o “di fatto”.
Credo che il cittadino abbia il diritto di essere bene informato del livello di servizio che una soluzione tecnica di impianto può fornire e in quali aspetti sia limitata.
Soluzioni tecnologicamente aperte a qualsiasi operatore, a qualsiasi tecnologia di accesso, a qualsiasi servizio e a qualsiasi apparato tecnologico dovrebbero a nostro parere essere fondamentali nella scelta della soluzione impiantistica da implementare.
Poi ciascuno faccia il proprio mercato.
info@ecletticalab.com